Tetti lontani (Literature contest version)

Story by RedFoxy Darrest on SoFurry

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Ero poco più di un cucciolo di lupo quando il mio mondo iniziò il suo lento declino.

Ricordo tutto, anche se non vorrei, ricordo il primo contatto, ricordo come era il mio mondo prima di allora...

Tutto iniziò un giorno, quando dall'osservatorio orbitale di Glana arrivò una notizia che fugò uno dei più grandi dubbi della nostra epoca: non eravamo soli nell'universo.

Il comunicato era semplice, corredato da alcune foto poco nitide, ricavate utilizzando i dati elettromagnetici forniti dall'osservatorio e ricostruiti al computer. In esse vi era un oggetto composto da leghe metalliche differenti, che lentamente seguiva la sua rotta puntando al nostro sistema planetario.

Dopo sette anni di attesa, l'oggetto entrò nel raggio d'azione per una spedizione di recupero.

L'oggetto fu agganciato e trasportato su Glana, con tutto il clamore e la trepidazione che i media riuscirono a trasmettere al nostro popolo, che, dalle proprie case o dalle piazze, seguirono l'evento del secolo. Una cosa simile accadde anni prima quando vennero fatti i primi passi su Glana e Sian, una storia che mio nonno raccontava di continuo, l'attesa dell'atterraggio e finalmente le tremanti immagini sfuocate mostrarono il momento in cui la zampa di un volpenauta rimase impressa sul terreno, qualcosa di simile si stava ripetendo.

Quando gli scienziati analizzarono il manufatto, ne rimasero stupefatti. Non era più operativo da secoli, ma la sua tecnologia non era poi tanto antiquata paragonandola alla nostra.

Non era un'astronave o un mezzo di trasporto, ma un semplice satellite equipaggiato per l'esplorazione e la catalogazione, non fornito di un adeguato sistema di propulsione per viaggi interstellari, anche se probabilmente aveva superato di gran lunga le aspettative dei costruttori giungendo sino a noi.

La banca dati era satura di informazioni già da diversi secoli, le pulsar, i pianeti e i soli memorizzati erano praticamente tutti sconosciuti, ma iniziarono a darci un idea del percorso seguito dal satellite.

Nel suo interno vi era custodito un oggetto che attirò buona parte dell'attenzione dei nostri scienziati: un disco di metallo, giallo e pesante, con un foro circolare al centro; la sua forma ricordava i vecchi supporti che si usavano per memorizzare dati e suoni, non era collegato a nessun strumento ed era contenuto in una teca semitrasparente, in più, era stato certamente messo lì per essere trovato da qualcuno come noi.

Tra gli scienziati e i tecnici assegnati allo studio e decifrazione del disco, vi era mio padre, il tutto era custodito nei laboratori di ricerca militare su Glana, dove noi tutti ci trasferimmo per essergli vicino, nel frattempo, su Vendar, il mio pianeta natale, si era diffusa la convinzione che fosse un segno divino, mentre altri sostenevano che potesse rappresentare la minaccia di un invasione, i militari erano più interessati alla possibilità di nuove tecnologie e nuove possibili colonie, il tutto mascherato da interessi per la comunità e sbocchi commerciali.

Lavorarono intensamente per due anni alla decifrazione del disco. Alla fine venne decifrato quasi integralmente, la banca dati del satellite venne poco a poco scardinata come il forziere di un tesoro, rivelando informazioni su pianeti sconosciuti e sul come quel mezzo così inappropriato fosse riuscito ad arrivare a noi viaggiando per più di un millennio.

Il disco conteneva immagini, musica e parole in lingue sconosciute, che vennero usati come base per studiare la lingua del pianeta da cui questo satellite proveniva. Suoni vari e, con

grande stupore, anche versi di animali presenti nei nostri mondi.

Elaborando le informazioni ricavate dallo studio del satellite, vennero ricavate le probabili coordinate di inizio del suo lungo viaggio. Queste informazioni misero in moto una serie di studi che portarono alla costruzione di un traduttore della nostra lingua in quella di questo lontano pianeta e viceversa, inoltre, quando questo apparato fu pronto, vennero preparati pacchetti di informazione da inviare ai creatori del satellite, pacchetti contenenti messaggi di pace, informazioni sui nostri pianeti, foto e suoni. Come a ricambiare il regalo ricevuto.

Una delle nostre tecnologie sperimentali di comunicazione basate sulla teoria dello spazio curvo, sfruttava un buco nero come sistema riflettente, permettendoci di coprire, teoricamente, una distanza di circa 30.000 anni luce in poche settimane, ma non eravamo certi che il segnale sarebbe arrivato, come molti erano i dubbi riguardanti la loro capacità di ricevere ed elaborare la trasmissione una volta ricevuta, ma eravamo ottimisti. Certi che la loro tecnologia si fosse evoluta dalla costruzione di quel satellite.

Non ci aspettavamo una risposta in tempi brevi. Ci sbagliavamo.

Dopo quasi un anno di continue trasmissioni e rimodulazioni delle tecniche di trasmissione, ricevemmo una risposta. Era decisamente diversa da quella che ci aspettavamo, a tal punto da sconcertarci. Come risposta ricevemmo una loro visita.

Per quanto sembrasse impossibile, un astronave di sconfinate dimensioni comparve dal nulla sui radar di controllo di Sian. Era a circa cento milioni di chilometri dal nostro spazio planetario. Stazionò in un'orbita remota, iniziando a inviare messaggi di pace utilizzando la nostra tecnologia di comunicazione.

Il consiglio dei tre mondi si riunì per decidere sul da farsi, dopo diversi giorni di discussioni, il consiglio deliberò di inviare un messaggio di benvenuto e di accoglierli come amici venuti in visita.

Il nostro mondo era in festa e quel giorno venne battezzato come il giorno del primo contatto.

L'astronave venne guidata nell'orbita stazionaria di Vendar, il pianeta più grande della triade. Ove risiedeva il consiglio. Tre navicelle atterrarono su Vendar. Un gruppo di ambasciatori umanoidi ne uscirono. Erano fasciati in pesanti tute spaziali, che a stento lasciavano intravedere i lineamenti dei loro visi glabri. Vennero accolti col massimo del riguardo e ripartirono dopo poche ore.

Parlarono con il gran consiglio, grazie al traduttore da noi costruito. Venne illustrata loro la nostra struttura sociale, la nostra tecnologia basata sullo sfruttamento del Punsar. Questo sembrò interessarli molto.

Il giorno seguente al loro arrivo, nuguli di piccole navi da battaglia si rovesciarono sulle nostre città . Come insetti famelici e feroci, annichilirono ogni nostra capacità di difesa, attaccando le nostre infrastrutture più importanti, le sedi del nostro governo. Non risparmiarono nemmeno la sede del nostro Consiglio, dove erano stati accolti con tutti gli onori.

I morti si contavano a milioni. La morte e la disperazione assalì il nostro popolo, ancora incredulo: avevano percorso migliaia di anni luce solo per attaccarci.

Vorrei poter non pensare a quello che accadde quel giorno, ma da allora la nostra vita cambiò per sempre. Negli anni che seguirono, Vendar, Glana e Sian vennero colonizzati e sfruttati dagli invasori.

Glana, il pianeta della scienza e della tecnica sembrava interessarli maggiormente.

La nostra biotecnologia applicata alla natura, i nostri studi sulle micro-molecole

programmate e gli acceleratori sub-dimensionali divennero parte del loro bottino di guerra.

Vendar, venne privato di tutto. Il Consiglio sciolto, gli abitanti resi schiavi e marcati tramite un biochip sottocutaneo ancorato alla spina dorsale. Fummo costretti a lavorare per loro, chi all'estrazione del Punsar, un metallo fondamentale per la nostra tecnologia, chi venne inviato sul loro pianeta per essere usato come schiavo o studiato.

Io venni separato dalla mia famiglia, salvato da mio nonno che morì durante l'attacco, mia madre e mio fratello vennero catturati per costringere mio padre a continuare il suo lavoro sul loro pianeta con gli altri scienziati di Glana.

Benché sembrasse impossibile, qualcuno credeva che un giorno saremmo tornati liberi e li avremmo cacciati dal nostro mondo. Una ribellione stava nascendo e io non sapevo che fare, unirmi a loro e, forse, morire o vivere da schiavo sperando di ricongiungermi con la mia famiglia.

Mio nonno diceva sempre di non fidarsi di chi non ti condivide il suo odore, vuol dire che ha qualcosa da nascondere, imparammo tutti questa lezione troppo tardi.